Omeopatia ed Alleati

L’Omeopatia Unicista e i suoi Alleati
L’Omeopatia, come già sappiamo, prende in considerazione lo studio del paziente e non della malattia che lo affligge.
Ciò che interessa l’omeopata unicista è studiare attentamente e profondamente i sintomi del paziente, partendo dalla considerazione che questi sono indicativi non tanto e non solamente della malattia intesa in senso comune, ma piuttosto della risposta reattiva individuale all’insulto patologico stesso.
Questo, la così detta noxa patogena,  ora in maniera acuta, altrimenti con carattere di cronicità, aggredisce e modifica l’energia vitale (EV) dell’individuo, modificando l’equilibrio energetico personale sia in termini quantitativi (calo di forze), che qualitativi, specifici e sempre in maniera individuale perché il patrimonio energetico personale è sempre individuale sia sul piano quantitativo che qualitativo.
Ed è proprio questa individualità che, con i suoi sintomi clinici secondari e reattivi caratterizza la lotta tra le noxe patogene e la risposta omeostatica individuale.
In altre parole una  stessa malattia affligge in maniera diversa e caratteristica soggetti diversi e, comunque sia, sono queste peculiarità reattive che denotano lo stato di salute globale del soggetto e che pertanto indicano la scelta del Rimedio omeopatico idoneo al soggetto in quel momento preciso. La scelta del Rimedio implica un riscontro miasmatico e quindi ha anche un significato di tipo prognostico.
Il concetto dei Miasmi (meglio detti Stati Miasmatici), fiore all’occhiello della Dottrina Hahnemanniana, conferma l’importanza di impostare lo studio del paziente nel senso globale, olistico, atto a scandagliare a pieno le possibilità reattive individuali quale risultante tra le due forze opposte, quella patogena, morbosa, infettante e deprimente l’Energia Vitale e quella energetica, plastica, reattiva e mutevole del soggetto stesso. La risultante tra le due forze nella sua complessità, ci fornirà con i sintomi clinici reattivi, peculiari ed indicativi della situazione energetica individuale e quindi una indicazione sul Miasma individuale.
I sintomi sono le grida di fondo e le bandiere di questa lotta, le une e le altre da decodificare attentamente per soccorrere l’EV in maniera speculare ed idonea prescrivendo il Rimedio la cui Patogenesi sia simile e sovrapponibile ai sintomi importanti e caratteristici del soggetto in esame (vedi prefazione).
Di quanto detto sopra, sia il sottoscritto, che Voi che mi conoscete o volete conoscermi, dobbiamo essere più che convinti e più irremovibili che mai sul principio che la cura omeopatica è unicista ed individuale.
Un recente Lavoro fatto da un Gruppo di Medici dell’Università di Medicina di Milano, ha evidenziato che l’uso delle Citochine(elementi umorali, piccole molecole proteiche, che fungono da mediatori ed informatori, quasi come fossero gli “ormoni” del complesso sistema immunitario), sia in dose farmacologica,  quindi a dosaggio ponderale, che previa diluizione              e dinamizzazione, secondo i dettami Hahnemanniani, offrono gli stessi effetti clinici su topi resi allergici e quindi asmatici.
Un terzo gruppo di topi è stato trattato con le stesse molecole ma solamente diluite( e non contemporaneamente dinamizzate) ed in tal gruppo non vi è stata nessuna variazione clinica, suffragando quindi che il Rimedio omeopatico si ottiene previa diluizione e successiva dinamizzazione contestuale.
Devo realmente confessare che queste considerazioni mi hanno profondamente colpito, perché equivale ad affermare che se una diluizione di Interferone, α (alfa) oppure γ (gamma) oppure delle varie interleuchine (IL), riesce ad ottenere nel tempo gli stessi effetti terapeutici della dose ponderale; si apre quindi un’importante discussione, sia sugli alti costi delle terapie immunitarie, che sulla riduzione tangibile degli effetti secondari delle terapie ponderali.
Un Omeopata unicista che affronta le patologie umane si basa sui sintomi individuali e non si fa condizionare più di tanto dalla malattia che comporta questi sintomi: tuttavia quando i sintomi individuali sono scarsi o poco indicativi del paziente e riportano in maniera troppo stereotipata  alla malattia (come talora può succedere o come spesso avviene nelle malattie probanti come quelle degenerative, neoplastiche, autoimmunitarie….), viene da domandarsi se, pur rimanendo fermo il principio omeopatico di studiare adeguatamente e a fondo il paziente, sia veramente abominevole l’aggiunta di una “citochina” adeguata ed idonea al caso per ristabilire o rilanciare uno squilibrio immunitario certo, documentato e monitorabile.                 Un’altra possibilità ci è data dallo sfruttare l’azione terapeutica della Fito-Gemmoterapia oppure, ed a maggior ragione, della Fitoterapia Spagirico Alchemica di cui parlerò nel paragrafo 6 ovvero Consigli pratici ( gli alleati dell’omeopatia). Entrambe le scelte sono infatti idonee a combattere la malattia che “lima”e  riduce l’ E V., quindi ad appoggiare l’azione del Rimedio omeopatico con sinergismo d’azione.
Scendendo sul piano della concretezza:  se un soggetto allergico,asmatico, atopico ecc…               viene studiato adeguatamente secondo i Principi sanciti dal Maestro Hahnemann e si arriva  alla conclusione che il Rimedio più omeopatico è questo o quello, e la sua somministrazione adeguata porta a buoni risultati ma non alla restituzio ad integrum, è veramente delittuoso aggiungere una diluizione di Interleuchina 12 e/o Interferone γ che, ripristinando l’equilibrio  tra i linfociti Th1 e Th2 migliorerebbe di suo in quadro clinico, non sopprimendo però i sintomi o palliandone il miglioramento, ma ripristinando un vero equilibrio omeostatico che tanto sembra sovrapponibile al ripristino energetico della EV, operato dall’azione del Rimedio idoneo?! Altrettanto vale, sul piano concettuale, all’appoggio e collaborazione di una giusta Quintessenza Spagirica (QSPC) o di un fito-gemmoterapico ad esempio Ginkgo Biloba, che riduce l’effetto della liberazione dei mediatori dell’ infiammazione, secondari all’innesco della reazione antigene con le Reagine, per una documentata azione di blocco sul PAF, ovvero appunto uno dei mediatori infiammatori più potenti.
Molti degli omeopati che conosco mi squalificheranno al rango di “omotossicologo”, ma queste riflessioni sono sincere quanto travagliate e palesate con trasparenza, accettando ovviamente le critiche.
Quante volte, usando il Repertorio di Kent, arriviamo a fare delle prescrizioni veramente omeopatiche per il soggetto, piuttosto che non a momenti comuni quale la scelta dei soliti Policresti…
In tal caso noi stiamo veramente curando il paziente ovvero, senza accorgersene, curiamo di fatto la malattia o il miasma a cui porta la malattia?
Quante volte viene prescritto in caso di risposta allergica stagionale un Rimedio come Carbo Vegetabilis rispetto alla più frequente ricettazione di Nux Vomica, quando la rinite si associa a starnutazione e scolo acquoso……
La Nux V. è ottima a ridurre la sintomatologia di tipo rinite allergica, ma solo un numero esiguo degli “starnutenti “ corrisponde realmente al quadro generale del Rimedio.
Sabadilla, Eufrasia, Luffa ,Wyethia, Zincum M.….  parlando di quadri clinici allergici, sono tutti Rimedi di sintomatologia e quindi di malattia, il che porta a dire che prevalentemente nelle acuzie curiamo di fatto, troppo facilmente e spesso, le malattie e non i malati.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare …
Grande proverbio che dovrebbe ricordare ai dogmatici sapientoni che l’importante è sempre sapere cosa stiamo facendo, con arte ed umiltà, per non accorgersi in maniera impensata di predicare bene e razzolare male.
Fare la vera e sana Omeopatia è difficile, molto difficile, e per raggiungere lo scopo bisogna studiare con estrema attenzione il paziente per elevarsi, con il giusto distacco, dai sintomi prominenti e minacciosi, cogliendo così quel quadro personale che orienta verso scelte non comuni o scontate, ma solamente dettate dai sintomi individuali, personali e caratteristici.
Questa ripetizione manifesta a pieno l’inquietudine del sottoscritto che dopo 30 anni di omeopatia, progressivamente più pura ed unicista, si vede incuriosito ed interessato a verificare i risultati di queste citochine, che guardo con estremo interesse; proprio come dalla posizione di Ulisse che, legato all’albero maestro, volle ascoltare il canto delle sirene per conoscerne il richiamo, senza farsi travolgere dall’ingannevole richiamo.
Ad esempio, in una persona altrimenti sana ed equilibrata, buona digestione, alvo nella norma, ciclo mestruale regolare, sintomi mentali variabili e aspecifici, malattie comuni e nella norma … che presenti un quadro di tiroidite di Hashimoto ( detta altrimenti tiroidite linfocitaria, ovvero una tiroidite sostenuta dagli AAc (autoanticorpi) e secondaria ad un’infezione virale che colpendo e modificando le cellule della tiroide, ne determina l’autoaggressione), quali sintomi sono veramente omeopatici alla persona e capaci di portarci ad una scelta clinica tale da curare la paziente affetta da tiroidite?
Di fronte a queste mie difficoltà, certamente non proprie di omeopati più navigati e colti, mi domando se non sia utile associare al Rimedio di quella donna, non necessariamente identificabile in Natrium mur, Jodum, Lachesis , Graphyites o altri Rimedi specifici e tipici delle malattie della tiroide, una “sana sirena” diluita e dinamizzata, che spenga l’infiammazione e la liberi da questo blocco energetico spesso subdolo ed asintomatico.
Basta in questi casi pensare che la cronicità del quadro corrisponda al Miasma Sicotico e che Thuya ed altri Rimedi frenino e stemperino tale miasma?
Vorrei essere più certo che il mio credere non sia un fideismo eccessivo. Nel dubbio mi faccio legare e rifletto sul da farsi…
(vedi § 6).

L’Omeopatia Unicista  ed i suoi Alleati

L’Omeopatia, come già sappiamo, prende in considerazione lo studio del paziente e non della malattia che lo affligge.

Ciò che interessa l’omeopata unicista è studiare attentamente e profondamente i sintomi del paziente, partendo dalla considerazione che questi sono indicativi non tanto e non solamente della malattia intesa in senso comune, ma piuttosto della risposta reattiva individuale all’insulto patologico stesso.

Questo, la così detta noxa patogena,  ora in maniera acuta, altrimenti con carattere di cronicità, aggredisce e modifica l’energia vitale (EV) dell’individuo, modificando l’equilibrio energetico personale sia in termini quantitativi (calo di forze), che qualitativi, specifici e sempre in maniera individuale perché il patrimonio energetico personale è sempre individuale sia sul piano quantitativo che qualitativo.

Ed è proprio questa individualità che, con i suoi sintomi clinici secondari e reattivi caratterizza la lotta tra le noxe patogene e la risposta omeostatica individuale.

In altre parole una  stessa malattia affligge in maniera diversa e caratteristica soggetti diversi e, comunque sia, sono queste peculiarità reattive che denotano lo stato di salute globale del soggetto e che pertanto indicano la scelta del Rimedio omeopatico idoneo al soggetto in quel momento preciso. La scelta del Rimedio implica un riscontro miasmatico e quindi ha anche un significato di tipo prognostico.

Il concetto dei Miasmi (meglio detti Stati Miasmatici), fiore all’occhiello della Dottrina Hahnemanniana, conferma l’importanza di impostare lo studio del paziente nel senso globale, olistico, atto a scandagliare a pieno le possibilità reattive individuali quale risultante tra le due forze opposte, quella patogena, morbosa, infettante e deprimente l’Energia Vitale e quella energetica, plastica, reattiva e mutevole del soggetto stesso. La risultante tra le due forze nella sua complessità, ci fornirà con i sintomi clinici reattivi, peculiari ed indicativi della situazione energetica individuale e quindi una indicazione sul Miasma individuale.

I sintomi sono le grida di fondo e le bandiere di questa lotta, le une e le altre da decodificare attentamente per soccorrere l’EV in maniera speculare ed idonea prescrivendo il Rimedio la cui Patogenesi sia simile e sovrapponibile ai sintomi importanti e caratteristici del soggetto in esame (vedi prefazione).

Di quanto detto sopra, sia il sottoscritto, che Voi che mi conoscete o volete conoscermi, dobbiamo essere più che convinti e più irremovibili che mai sul principio che la cura omeopatica è unicista ed individuale.

Un recente Lavoro fatto da un Gruppo di Medici dell’Università di Medicina di Milano, ha evidenziato che l’uso delle Citochine (elementi umorali, piccole molecole proteiche, che fungono da mediatori ed informatori, quasi come fossero gli “ormoni” del complesso sistema immunitario), sia in dose farmacologica,  quindi a dosaggio ponderale, che previa diluizione  e dinamizzazione,  secondo i dettami Hahnemanniani, offrono gli stessi effetti clinici su topi resi allergici e quindi asmatici.

Un terzo gruppo di topi è stato trattato con le stesse molecole ma solamente diluite( e non contemporaneamente dinamizzate) ed in tal gruppo non vi è stata nessuna variazione clinica, suffragando quindi che il Rimedio omeopatico si ottiene previa diluizione e successiva dinamizzazione contestuale.

Devo realmente confessare che queste considerazioni mi hanno profondamente colpito, perché equivale ad affermare che se una diluizione di Interferone, α (alfa) oppure γ (gamma) oppure delle varie Interleuchine (IL), riesce ad ottenere nel tempo gli stessi effetti terapeutici della dose ponderale; si apre quindi un’importante discussione, sia sugli alti costi delle terapie immunitarie, che sulla riduzione tangibile degli effetti secondari delle terapie ponderali.

Un Omeopata unicista che affronta le patologie umane si basa sui sintomi individuali e non si fa condizionare più di tanto dalla malattia che comporta questi sintomi: tuttavia quando i sintomi individuali sono scarsi o poco indicativi del paziente e riportano in maniera troppo stereotipata  alla malattia (come talora può succedere o come spesso avviene nelle malattie probanti come quelle degenerative, neoplastiche, autoimmunitarie….), viene da domandarsi se, pur rimanendo fermo il principio omeopatico di studiare adeguatamente e a fondo il paziente, sia veramente abominevole l’aggiunta di una “citochina” adeguata ed idonea al caso per ristabilire o rilanciare uno squilibrio immunitario certo, documentato e monitorabile.   (vedi Flash Gordon: Citochine omeopatizzate o Immuno farmacologia dinamizzata).

Un’altra possibilità ci è data dallo sfruttare l’azione terapeutica della Fito-Gemmoterapia oppure, ed a maggior ragione, della Fitoterapia e Gemmoterapia Spagirico Alchemica di cui parlerò nel paragrafo 8 ovvero FLASH GORDON.    Entrambe queste scelte terapeutiche (Fito- Gemmo e Citochine omeop.) sono infatti idonee a combattere la malattia che “lima”e  riduce l’ E V., quindi ad appoggiare l’azione del Rimedio omeopatico con sinergismo d’azione.

Scendendo sul piano della concretezza:  se un soggetto allergico,asmatico, atopico ecc…viene studiato adeguatamente secondo i Principi sanciti dal Maestro Hahnemann e si arriva  alla conclusione che il Rimedio più omeopatico è questo o quello, e la sua somministrazione adeguata porta a buoni risultati ma non alla restituzio ad integrum, è veramente delittuoso aggiungere una diluizione di Interleuchina 12 e/o Interferone γ che, ripristinando l’equilibrio  tra i linfociti Th1 e Th2 migliorerebbe di suo in quadro clinico, non sopprimendo però i sintomi o palliandone il miglioramento, ma ripristinando un vero equilibrio omeostatico che tanto sembra sovrapponibile al ripristino energetico della EV, operato dall’azione del Rimedio idoneo?! Altrettanto vale, sul piano concettuale, all’appoggio e collaborazione di una giusta Quintessenza Spagirica (QSPC) o di un fito-gemmoterapico ad esempio Ginkgo Biloba, che riduce l’effetto della liberazione dei mediatori dell’ infiammazione, secondari all’innesco della reazione antigene con le Reagine, per una documentata azione di blocco sul PAF, ovvero appunto uno dei mediatori infiammatori più potenti.

…Molti degli omeopati che conosco mi squalificheranno al rango di “omotossicologo”, ma queste riflessioni sono sincere quanto  travagliate e palesate con trasparenza, accettando ovviamente le critiche.

Quante volte, usando il Repertorio di Kent, arriviamo a fare delle prescrizioni veramente omeopatiche per il soggetto, piuttosto che non a momenti comuni quale la scelta dei soliti Policresti…

In tal caso noi stiamo veramente curando il paziente ovvero, senza accorgersene, curiamo di fatto la malattia o il miasma a cui porta la malattia?

Quante volte viene prescritto in caso di risposta allergica stagionale un Rimedio come Carbo Vegetabilis rispetto alla più frequente ricettazione di Nux Vomica, quando la rinite si associa a starnutazione e scolo acquoso……

La Nux V. è ottima a ridurre la sintomatologia di tipo rinite allergica, ma solo un numero esiguo degli “starnutenti “ corrisponde realmente al quadro generale del Rimedio.

Sabadilla, Eufrasia, Luffa ,Wyethia, Zincum M.….parlando di quadri clinici allergici, sono tutti Rimedi di sintomatologia e quindi di malattia, il che porta a dire che prevalentemente nelle acuzie curiamo di fatto, troppo facilmente e spesso, le malattie e non i malati.

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare …

Grande proverbio che dovrebbe ricordare ai dogmatici sapientoni che l’importante è sempre sapere cosa stiamo facendo, con arte ed umiltà, per non accorgersi in maniera impensata di predicare bene e razzolare male.

Fare la vera e sana Omeopatia è difficile, molto difficile, e per raggiungere lo scopo bisogna studiare con estrema attenzione il paziente per elevarsi, con il giusto distacco, dai sintomi prominenti e minacciosi, cogliendo così quel quadro personale che orienta verso scelte non comuni o scontate, ma solamente dettate dai sintomi individuali, personali e caratteristici.

Questa ripetizione manifesta a pieno l’inquietudine del sottoscritto che dopo 30 anni di omeopatia, progressivamente più pura ed unicista, si vede incuriosito ed interessato a verificare i risultati di queste citochine, che guardo con estremo interesse; proprio come dalla posizione di Ulisse che, legato all’albero maestro, volle ascoltare il canto delle sirene per conoscerne il richiamo, senza farsi travolgere dall’ingannevole richiamo.

Ad esempio, in una persona altrimenti sana ed equilibrata, buona digestione, alvo nella norma, ciclo mestruale regolare, sintomi mentali variabili e aspecifici, malattie comuni e nella norma … che presenti un quadro di tiroidite di Hashimoto ( detta altrimenti tiroidite linfocitaria, ovvero una tiroidite sostenuta dagli AAc (autoanticorpi) e secondaria ad un’infezione virale che colpendo e modificando le cellule della tiroide, ne determina l’autoaggressione), quali sintomi sono veramente omeopatici alla persona e capaci di portarci ad una scelta clinica tale da curare la paziente affetta da tiroidite?

Di fronte a queste mie difficoltà, certamente non proprie di omeopati più navigati e colti, mi domando se non sia utile associare al Rimedio di quella donna, non necessariamente identificabile in Natrium mur, Jodum, Lachesis , Graphyites o altri Rimedi specifici e tipici delle malattie della tiroide, una “sana sirena” diluita e dinamizzata, che spenga l’infiammazione e la liberi da questo blocco energetico spesso subdolo ed asintomatico.

Basta in questi casi pensare che la cronicità del quadro corrisponda al Miasma Sicotico e che Thuya ed altri Rimedi frenino e stemperino tale miasma?

Vorrei essere più certo che il mio credere non sia un fideismo eccessivo. Nel dubbio mi faccio legare e rifletto sul da farsi…

Approfondimento su: FLASH GORDON


2 commenti su “Omeopatia ed Alleati”

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