Un Caso Clinico di SILICEA

 

C.F.S. Hahnemann,  padre fondatore  dell’Omeopatia, afferma nell’ Organon:

“In ogni stato di malattia lo stato d’animo del paziente costituisce uno dei sintomi importanti che va sempre rilevato per poter fare il quadro fedele del male e conseguentemente poterlo guarire con la cura omeopatica.

Tal cosa è tanto importante nella scelta del medicamento che spesso lo stato d’animo del paziente è decisivo perché rappresenta un sintomo preciso e caratteristico che meno di qualsiasi altro può sfuggire all’osservazione del medico attento”.

Anche Philiph M. Bailey e T.P.Paschero concordano riguardo l’importanza dei sintomi mentali per la ricerca del giusto rimedio, il primo affermando che :

“La personalità del paziente è importante almeno quanto le sue caratteristiche fisiche per individuare il caso e trovare il Simillimum “ ed il secondo ponendo l’attenzione sul fatto che :” proprio nella peculiarità delle relazioni del malato con le cose e gli uomini, l’Omeopata trova i sintomi mentali per la prescrizione del simillimum, sintomi che rivelano il problema veramente umano, l’espressione dell’essere umano in sé, ciò che esiste di più umano nell’uomo”.

T.P.Paschero ricorda in particolare che tutti i sintomi  sono l’espressione reattiva della Forza Vitale, che aggredita da un agente ostile, reagisce in maniera dinamica secondo il concetto ippocratico di “Vis medicatrix naturae”. I sintomi clinici , causati dal vitalismo del processo morboso, non devono essere interpretati come negativi ,ma bensì  identificati con il “ rumore” della lotta  in essere per il ripristino di un nuovo equilibrio omeostatico e  come biglietto da visita del carattere individuale.

Questa doverosa premessa ha lo scopo di illustrare le motivazioni che mi hanno guidato nella scelta  del simillimum, nel caso singolare di un Paziente che ho avuto recentemente in cura.

*****

Si tratta di un giovane laureato, del ’71, che si è rivolto a me e all’Omeopatia per cercare di curare la sua infertilità documentata da un classico test di laboratorio che sentenzia una marcata azoospermia.

Il test non è stato portato e il referto mi viene timidamente fornito verbalmente dall’interessato.

La vergogna con cui mi parla di questo esame mi pare …. francamente eccessiva ed inusuale tanto da farmi pensare alla “vergogna sicotica”.

L’impressione avuta si rafforza in me quando chiedo d’inviarmi il documento per fax.

“Per fax, ma vuole scherzare !….. un documento così riservato….”

Faccio presente che il fax è privato e  utilizzato solamente da me quindi assolutamente sicuro e riservato.

Niente da fare . Intanto  la maschera del suo disagio e vergogna  si tinge anche dei colori della disperazione.

Interviene la moglie che suggerisce di portarmi a mano, in busta sigillata, il famoso esame.

Perplesso ed ancor più convinto di prima che il velo sicotico è spiccato, accetto la proposta.

Tutta la conversazione evidenzia il soggetto come timoroso e schivo fino al punto di ostacolare la piacevole e costruttiva dialettica che cercavo di impostare tra noi tre.

La moglie giustifica il tutto dicendo che è stata lei, già mia paziente, a proporre questo incontro, e che quindi  il marito può essersi sentito in qualche modo forzato.

Dell’anamnesi emerge un quadro mentale tipico , perché, a detta della moglie, il soggetto è una persona estremamente timida , insicura e riservata ma, al tempo stesso caparbio e testardo.

Ha fatto molta gavetta all’estero perché voleva riuscire, sfondare, cimentarsi e tutto questo nonostante un profondo e marcato disagio, secondario all’insicurezza che fin da piccolo,  ragazzo e scolaro quindi giovane e studente tutti gli hanno sempre rinfacciato. L’interessato confessa poi un forte disagio nel prendere le decisioni, paura di affrontare le cose …. e le persone, tanto da evitare lo scontro e confronto.

*****

Riservato e chiuso, non ama sfogarsi (avversa la consolazione).

Prende forma l’immagine di colui che nonostante sappia e sia capace………perché anche in questo caso è così che stanno le cose, per timore e timidezza secondaria alla sfiducia in se stesso, dà sempre di se l’impressione non rassicurante di non essere all’altezza del ruolo, delle circostanze e compito assegnatoli.

Il rimedio che si delinea ,nonostante  che la calorosità fisica del soggetto sia in contrasto con lo stesso, è Silicea perché in esso troviamo a pieno l’ insicurezza, la timidezza secondaria, il rifuggire…… ma anche la forza di volontà che permette a soggetti ”deboli” ,ma volitivi , di tenere la testa ben alta.

Profilo fisico-costituzionale e mentale  di Silicea che emerge dalla lettura delle varie Materia Medica :

Persone raffinate, delicate e gentili.

Ph.M.Bailey afferma che Silicea è probabilmente la più raffinata di tutti i tipi costituzionali;

Persone per lo più dotate di figure snelle, dal corpo sottile, addome prominente e testa grande (impronta questa conferita da un deficit nutrizionale dovuto ad imperfetta assimilazione enterica). (Barym.C.; Calc. C;);

Soggetti freddolosi e deboli per mancanza di energia vitale;  il sogg. Silicea vuole stare sdraiato; storia clinica di ripetuti episodi infettivi di tipo suppurativo.

Dal punto di vista strettamente  mentale  si evidenzia:

–  gentile, mite, raffinato con forte autocontrollo;

– temperamento sensibile; remissivo con debole resistenza ma con marcata determinazione. Silicea sa bene cosa crede e cosa vuole; può avere più o meno coraggio di esporsi e fronteggiare le situazioni, certo non cambia facilmente idea e dimostra una marcata fermezza d’opinioni.

– timidezza marcata e mancanza di fiducia in se, cause prime della marcata irrisolutezza del Rimedio, che condizionano pesantemente la personalità e comportamento dei soggetti Silicea, che pertanto necessitano di continue approvazioni e conferme altrui.

–  lentezza nel comportamento. Ama prendere tempo per meditare sulle cose e ciò può essere esasperante. Tende a bighellonare.(Ph. M. Bailey).

–  sensibili a tutte le impressioni e sollecitazioni esterne, soprassale al minimo rumore e manifesta uno stato d’ansia perenne;

–  marcata paura a parlare in pubblico….. rifugge l’apparire e raramente tenta di porsi al centro dell’attenzione;

–  la tendenza di silicea è di avere opinioni rigide, avere un marcato senso della giustizia e della lealtà; dai principi molto forti ma che applica su se piuttosto che per gli altri, tanto che non fa facili moralismi;

– disturbi da sforzo mentale, intenso o prolungato, o, come dice

H.C. Allen, da soggiorno in ambiente confinato, cause determinanti un esaurimento nervoso con marcato eretismo, agitazione ed irrequietezza. Difficoltà di concentrazione fino all’obnubilamento mentale ed ansia secondaria che peggiora lo stato confusionale ed amplifica l’insicurezza di fondo;

– idee fisse ed ossessioni storicamente riferite alla paura e all’abitudine compulsiva di contare  aghi e spilli osservazione che peraltro Autori come Ph. M. Bailey non riportano;

– nei bambini si ritrova una marcata tendenza a puntare i piedi e resistenza quando si sentono costretti a fare qualcosa oppure bambini ostinati che piangono quando vengono rimproverati.

Bambini estremamente timorosi con blocchi, panico e paura nel gestire la vita per cui si alienano dai compagni per difendersi dal “lato oscuro” che gli imprigiona ma che sono animati da un forte desiderio di riscattarsi.

SILICEA  è il quarzo, bello, elegante, puro, fragile ma al tempo stesso molto duro.

55 commenti su “Un Caso Clinico di SILICEA”

  1. Gent.ma Silvia,

    ammesso che Silicea sia omeopatico al suo caso,
    la 9Ch mi sembra utile ed idonea.
    In fase acuta potrebbe rendersi utile Hepar Sulf. alla5Ch,
    detto bisturi omeopatico

  2. Buongiorno. Mi chiamo Giuseppe e sono di Napoli, da un po’ di tempo sto assumendo Silicea D12 n. 11 sali di Schussler in compresse, e vorrei chiedere se è vero che la Silicea essendo un forte ricostituente va presa per due mesi consecutivi alternati a due di pausa, questo è quanto mi disse un farmacista tempo addietro. Grazie. Distinti Saluti.

  3. Salve, qualche anno fa l’omeopata mi prescrisse silicea 3lm per qualche mese , ma io continuai per diverso tempo. ora ho delle idee fisse, possibile che c’è stato un’ aggravamento omeopatico. cosa potrei prendere? grazie

  4. Difficile dirlo.
    Per aiutarla dovrei conoscerla di persona.

    Stefano Ciappi

  5. Silicea è comunque da prendere raramente.
    Non saprei dire con maggior precisione ogni quanto. Questo dipende anche dalla dinamizzazione o deconcentrazione e dalla reattività individuale.

    Saluti
    Stefano Ciappi

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